«Mi chiamo Pachy. Sono un vocal coach e un ricercatore in ambito vocale. Ho ideato il metodo HeartVoice, uno dei metodi più utilizzati dagli artisti dell’attuale musica italiana. Il metodo nasce da una malattia, la fibromialgia, che mi è stata diagnosticata circa quindici anni fa e mi ha impedito di cantare. Ho dovuto abbandonare le mie ambizioni di cantautore, ma ho voluto trasformare questa vicenda non piacevole in un'opportunità: mi ha permesso di ricercare le connessioni tra la voce e il corpo e di creare un metodo che attualmente ha dato una svolta alla vita di tanti artisti. E questo ha trasformato il mio incubo in qualcosa che quotidianamente mi rende felice e soddisfatto di me stesso.
Il coaching, però, richiede impegno, sudore, voglia di rinnovarsi e di alzare continuamente il livello da raggiungere. È un lavoro che ha bisogno di concentrazione, disciplina e tanta volontà. Deve evolversi. Spesso, nel coaching non viene usata la parola “evoluzione”. Invece, secondo me, il sentimento che spinge le persone a seguire un qualsiasi ciclo di coaching è proprio quello della necessità di migliorarsi, di cambiare in positivo.
Milano ce l'ho in testa. Che sonorità ha Milano! Per me è una città importantissima perché mi ha accolto e mi ha permesso di creare, di ideare, di dare un’opportunità ai miei sogni. Milano ha una voce, una voce specifica, un suono. Non è mai silenziosa neanche alle 3 del mattino. Lei c'è sempre, è un cuore pulsante. Sì, c'è sempre, con una voce specifica, una voce di novità, di sviluppo di idee, di nuovi incontri. Ed è per questo che è una città che ormai fa parte al 50% del mio DNA.»
Taccuino antropologico di Alberto Salza
Come scrive Susan Sontag: «Non si dovrebbe mai dare un “noi” per scontato quando si tratta del dolore degli altri». La malattia colonizza la vita: se ne esce solo con la violenza operativa della decolonizzazione. La riabilitazione implica una dose di sofferenza. Infatti, il motto dei body builder è ”No pain, no gain”. Eppure, in qualche modo, la capacità di addestrare e migliorare gli altri oltre che se stessi fa sì che la caduta diventi una cascata di note per un passo di danza.