Marcellina di Chio, è PR e imprenditrice, fondatrice della discoteca milanese Apollo 11 e della focacceria Fcazz, “il cuore della Puglia nel cuore dei Navigli”, con un format vicino allo street food.

«Sono Marcella di Chio, per tutti Marcellina. Pugliese d’origine, vivo a Milano da diciassette anni. La città mi ha adottata sin dall'inizio, inserendomi nel mondo che poi è diventato il mio lavoro: gli eventi, la musica, la moda. Volevo studiare comunicazione, però ho iniziato da subito a lavorare in un'azienda di moda, il che mi ha permesso di conoscere un sacco di gente. Dalla prospettiva di una ragazza pugliese, tutto era super interessante, super internazionale. Questa è una particolarità di Milano: ti fa sentire da subito al centro di qualcosa in movimento.
Il mio lavoro è iniziato in maniera molto spontanea, come una passione. Non è stata una decisione presa a tavolino. Ho iniziato organizzando feste con gli amici. Il mio socio, nonché ex marito e padre di mia figlia, è sempre stato appassionato di musica e di DJ: come se per noi fosse del tutto naturale, abbiamo organizzato delle feste in un localino sul Naviglio dove abitavamo. Pian piano il posto è divenuto un punto di ritrovo per la gente che vive la Milano degli eventi. Il tutto, per noi due, si è sviluppato per la voglia di stare insieme alle persone, di uscire, di conoscere gente, creare connessioni.
E, infatti, la cosa si è poi trasformata anche in un'agenzia di PR per eventi. Dalle nostre serate sono venute fuori cose stupende: relazioni, matrimoni, collaborazioni, nuovi progetti e questa è una cosa che dà grandi soddisfazioni.
Milano è una città molto difficile, ma fornisce possibilità che bisogna saper cogliere. Ti dà in mano le carte, ma devi saper giocare nel modo giusto, con umiltà, rispetto, riconoscenza nei confronti di chi fa parte del mondo dei lavori non convenzionali.
Le connessioni sono il punto chiave: con musica ed eventi si costruisce un mondo leggero e divertente, tale che, anche in momenti difficili come il periodo dei lockdown o quello che stiamo vivendo con le guerre, permette alla gente di sentirsi unita. Siamo e restiamo sognatori in una Milano talvolta dura e spietata.»

Taccuino antropologico di Alberto Salza
Le più recenti ricerche dicono che i meccanismi evolutivi potrebbero selezionare relazioni, assai più che individui o genomi. E questa è la base della musica, un sistema complesso in cui le note sono una piccola parte: quel che conta e canta sono i rapporti e le connessioni tra di loro. L’importante è che le relazioni mantengano una lievissima difformità, con conseguente perturbazione: segnali quasi identici, ma non esattamente, e quasi contemporanei, ma non precisamente. In ciò sta probabilmente l’origine del DNA. Un’elegante signora di Milano mi mostra il dito medio? È la vita.