«Io mi chiamo Indy e vengo dallo Sri Lanka. Sono arrivato in Europa ventiquattro anni fa, letteralmente a nuoto, ma poco dopo ero già a Milano. Così, le cose che ho imparato dall'Italia sono tante. Chi mi sta accanto si chiama Sajen; anche lui viene dallo Sri Lanka e vive in Italia da circa sette anni, ma parla ancora poco l’italiano.
Siamo qui a lavorare insieme nella Bottega Farina, un locale che prepara piatti a base di pasta fresca. È aperto da quasi cinque anni. Ci troviamo molto bene perché lavoriamo nello stesso settore. Sajen si occupa della cucina; si impegna più di me, perché tutte le preparazioni vengono fatte da lui. Invece io mi vedo solo la sala e curo i clienti, sì. È un lavoro che mi piace molto perché riesco a soddisfare le persone. Per di più è un lavoro molto legato alla cultura italiana.
Però abbiamo avuto dei momenti di difficoltà per sposare la vostra con la nostra cultura gastronomica (e non solo). Venendo dalla Sri Lanka, da un paese asiatico, noi ci siamo sempre basati su diversi cibi e diversi modi di preparazione. Attenti al piccante cingalese! Però una cosa ci ha sempre aiutato, dato che combinava assieme la cultura italiana e la cultura cingalese: l'ospitalità. Questo mi ha molto colpito, perché il modo in cui voi e noi trattiamo l’ospite è molto bello.
Così vorremmo fare un gesto della nostra cultura. Noi cingalesi salutiamo sempre con “Hai un buon anno”, è così che ci presentiamo. Pertanto lo facciamo tutti e due insieme unendo le dita in alto e chinando il capo. Hai un buon anno!»
Taccuino antropologico di Alberto Salza
L’allostasi è il processo per ottenere stabilità tramite il cambiamento. La migrazione è una delle sue forme estreme, un’esperienza durissima in quanto costringe a mutare l’identità individuale. La cultura di accoglienza e integrazione è un sarto astuto: fa indumenti come gli conviene economicamente e poi opera per rimodellare gli individui affinché entrino in quegli indumenti. Così, a lungo andare, si scordano gli aromi delle spezie esotiche. A detta dello scrittore pachistano Mohsin Hamid: «Molti sono i migranti attraverso lo spazio, ma siamo tutti migranti attraverso il tempo». Chi è ostinato conta di tornare alle persone e ai sapori di casa. Verso oriente.