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FLYCAT
Artista Museale
FLYCAT 1
FLYCAT è un artista della grafica e non solo. Writer della prima generazione ha saputo elevare la propria conoscenza pittorica diventando un vero e proprio punto di riferimento per i giovani che si avvicinano alla Street Art.

«Io sono FLYCAT; Luca se volete, classe 1970; provenienza Milano, zona est. Faccio parte della prima generazione della cultura hip hop in Europa e in Italia. Sì, allora ero un adolescente di Milano; sono però orgoglioso di poter dire che dal 1995 sono adottato dalla comunità chicana di East Los Angeles, California.
Sono un writer. Io scrivo, adotto gli elementi-lettera, lavoro sulla loro evoluzione. Così ogni singola lettera diventa significato e significante. OK, io sono un futurista celeste! Cos’è un futurista celeste? Sono definito da quello che faccio: scrivo e restituisco all'elemento-lettera la sua sacralità, una sacralità che le è stata tolta: io sono stato chiamato a ripristinarla.
Al momento indosso una mia creazione. Questi segni possono erroneamente apparire astratti: in realtà sono molto concreti. Sono gli elementi-lettera del mio nome. Sono sei: F L Y C A T, ma trascritti secondo la tradizione dell'antico alfabeto aramaico. Mi son chiesto: come si scriveva ai tempi di Gesù Cristo? Come è stata trascritta la preghiera che Lui ci insegnò, il Padre nostro?
Questo mi ha portato a una nuova scoperta nel tracciato della mia vita artistica. In questo preciso momento sono rivestito dalla formazione del mio nome così come viene definita e trascritta nell'antico aramaico.
Spesso la gente si chiede come mai i writer usino i muri della città e non si concentrino invece sui supporti canonici, come una tela o della carta preziosa. Bisogna capire che nella visione di un writer, almeno a Milano, la città è un corpo che vive, un corpo che pulsa: muri e pareti sono la sua pelle.»

Taccuino antropologico di Alberto Salza
Gli imbrattamuri di Milano sono come i primi artisti-sciamano del Paleolitico, persone che affrontavano un durissimo trip psichedelico per viaggiare nel mondo dello spirito. Al ritorno, dipingevano sulle rocce dei luoghi ctonii gli esseri che vi avevano incontrato. La parete era l’interfaccia tra il reale e l’immateriale: lo sciamano apriva un tunnel tra i due mondi dipingendo la propria mano in negativo, soffiando il colore con una cannula, così come fa chi dipinge stencil con la bomboletta spray. Il writer moderno fa una passo in più: sul velo di Maia della parete usa la disciplina della calligrafia per trasformare i segni delle lettere in simboli dello spirito. Una liturgia.
FLYCAT 2
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